Rifiuti

Prima bozza copiata dal Programma per il Comune di Napoli del 2011 (a cura di Doriana Sarli e Paola Nugnes)

Rifiuti zero: L'alternativa esiste!


Linee guida

Molto prima del Riciclo

Obiettivo: raggiungere i 315 kg/pers./anno in due anni.

Riduci: rifiuta il rifiuto

A Napoli ogni cittadino produce circa 635 Kg di rifiuti/anno.
La produzione media tra le città italiane con popolazione oltre i 150.000 abitanti è di circa 730 chilogrammi all’anno pro capite, con punte a Prato di 813 e a Ravenna di 774 (Rapporto Rifiuti Urbani ISPRA- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale- Edizione 2009).
In Italia si producono quindi troppi rifiuti! ( con un trend sempre in crescita dagli anni ’60). Le leggi a sostegno della riduzione, in recepimento delle ordinanze europee, ci sono, ma gli effetti reali sulla produzione dei rifiuti non ci sono.
L’ultimo Piano Regionale della Campania, febbraio 211, non fa cenno alla riduzione e non ne tiene in alcun conto nella progettazione dei flussi.
Altrove in Europa, invece, attivando delle opportune “Campagne di riduzione dei rifiuti” si è riusciti finanche a dimezzare la produzione di spazzatura annua pro capite. Con azioni mirate a tutti i livelli istituzionali fino al livello del privato cittadino e delle singole aziende locali, a Helsinki, per esempio, dal 2002 al 2007, con il ’Piano di Prevenzione nella produzione di rifiuti’, si è riusciti a raggiungere i 164 kg di rifiuti pro capite l’anno. Nel 2000 ogni abitante produceva ben 300 kg all’anno di spazzatura. ossia praticamente il doppio; l’amministrazione comunale investendo solo 3 milioni e mezzo di euro in cinque anni, per tutte le attività d’informazione e sensibilizzazione della cittadinanza e delle aziende, è riuscita a dimezzare la produzione di rifiuti annui pro capite.

Consumi e impronta ecologica
Per consumo s’intende qualsiasi attività di fruizione di beni e servizi da parte d’individui, d’imprese o della pubblica amministrazione che ne implichi il possesso o la distruzione materiale o la distruzione figurata (Wikipedia)
Il consumismo è riuscito a farci considerare normale e d’inderogabile necessità la presenza nel nostro quotidiano di centinaia di oggetti usati per pochissimo, a buttare beni ancora utilizzabili, a chiamare rifiuto i materiali post consumo.
Oggetti utilizzati pochissimo, che, quando smaltiti, permangono per centinaia di anni nell'ambiente o nelle discariche: liberando sostanze chimiche potenzialmente tossiche per la salute animale e umana che se bruciati, producono tossine e nano polveri dannosissimi all’ecosistema.

La riduzione dei rifiuti è un atto etico
Per raggiungere il nostro obiettivo di dimezzare la produzione dei rifiuti della città di Napoli in due anni dobbiamo attivare tutti quei normativi strumenti già presenti nella nostra legislazione e attivarne di nuovi anche sull’esempio delle realtà virtuose esistenti sul territorio nazionale e internazionale.
Il nostro obiettivo può apparire ambizioso perché in soli due anni si propone di raggiungere obiettivi che altrove sono stati raggiunti in tempi più lunghi, ma l’ambizione è solo apparente, visto che la produzione di rifiuti di un individuo non dipende dalle sue caratteristiche genetiche, ci si basa sull’assunto che una riduzione è tanto più velocemente possibile quanto più è alto il dato di sovradimensionamento.
La riduzione dei rifiuti va perseguita e attuata attraverso tutti i livelli disponibili:

Riusa: rifuta il rifiuto

La direttiva europea 2008/98
(subentrata alla 2006/12/CE, 75/439/CEE e 91/689/CE) dichiara che «il riutilizzo e il riciclaggio dovrebbero preferirsi alla valorizzazione energetica dei rifiuti», in quanto rappresentano la migliore opzione ecologica.
Il riutilizzo consente l'estensione della vita di un bene conservandone la funzione d'uso.
Gli operatori in questo ambito intervengono impedendo che un oggetto post consumo si trasformi in rifiuto prima della sua obsolescenza naturale.
Con il riuso si ottiene una riduzione dei consumi di materie prime, oltre che una diminuzione dell'impatto negativo su ambiente e salute.
Come Stato membro della UE, l'Italia è chiamata ad adottare misure necessarie a favorire la costituzione e il sostegno di reti di riutilizzo e riparazione, il ricorso a strumenti economici, a criteri per l'aggiudicazione degli appalti nonché la determinazione di obiettivi quantitativi.
Nell'ambito dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU) il mercato attuale è caratterizzato da un enorme flusso di materiali scartati anticipatamente, appartenenti a differenti categorie merceologiche (mobili, cartaceo, supporti musicali ecc.)
In base al loro stato di conservazione:
– buono: merci fornite di valore di mercato senza bisogno d’intervento;
– medio: suscettibili di essere riparate e restaurate;
– cattivo: irreparabili ma che possono servire come componenti per altri pezzi;
– pessimo: compromesse non più riutilizzabili).
• Il riuso non industriale è utile all'Ambiente ma anche all'economia.
Secondo uno studio 2008 del centro di ricerca Occhio del Riciclone, presso la sola area del Comune di Roma la quantità minima giornaliera di oggetti riusabili è di circa 90.000 pezzi. Su base annua equivale a circa 33 milioni di beni riusabili, cui è attribuibile un valore economico.
• centri di smistamento
Secondo dati raccolti dall’osservatorio circa il 20% dei materiali conferiti nell'isola ecologica, o centro di smistamento intermedio può essere destinato direttamente, ossia senza necessità di alcun intervento, agli operatori dell'usato.
Si stima che il potenziale di riuso degli scarti conferiti alle piattaforme ecologiche, rappresenti una percentuale intorno al 40-60%.
Ogni eco centro riceve in dote un patrimonio economico valutabile dai 600 agli 800mila euro l’anno.
Un'organizzazione più efficiente permetterebbe di far rifluire sul mercato, dal settore dell’ ' ingrosso, un'importante quota di beni riallocabili e riutilizzabili attraverso il circuito della distribuzione.

Mercato dell'usato
Obiettivo:
• creare un'organizzazione strutturata e un modello d’integrazione tra le varie componenti dell'economia del riuso, per incrementarne la crescita e una sua migliore valorizzazione
Secondo lo scenario d'analisi delineato da Perbellini* nell'audizione alla Commissione Ambiente del Senato (2008), la presenza d’isole ecologiche fondate sul riutilizzo, ove integrata all'attività conto terzi, consentirebbe di incrementare del 30% il volume delle merci vendute. Obbiettivo alla portata degli operatori che potrebbe essere facilitato dalla formazione di un Consorzio nazionale del Riutilizzo non ancora realizzato in Italia.
Tra il 2004 e il 2009 il comparto del commercio dell'usato ha registrato un incremento di attività del 35,1%. Nel 2008 il volume d'affari ha toccato la cifra di 1 miliardo e 100 milioni di euro con un ruolo trainante esercitato dal settore mobili usati e antiquariato.
Nondimeno, una forte dinamicità ha contrassegnato anche il campo dei mercatini in conto terzi, ossia l'intermediazione del negoziante che mette a disposizione spazi espositivi per la compravendita. L'apice di questo fenomeno è rappresentato dallo sviluppo della Mercatino Franchising, azienda leader del settore in Europa dal 1995 che muove ogni anno in tutta Italia 1.945.000 metri cubi di oggetti usati.
Cresciuta a un ritmo annuale del 10% la società di Verona, coi suoi 180 punti vendita e 1.250 addetti movimenta circa il 12% del fatturato del settore, corrispondente a circa 130.000.000 di euro di ricavi. Sostenuto da una persistente domanda, il settore è però frenato nella sua capacità espansiva sia da impedimenti in fase di acquisizione sia dall'applicazione di un'aliquota IVA del 20%.
( tratto da un articolo di PMT.it - presidente de il Franchising Mercatino, la catena dell’usato ai vertici europei nell’ambito dell’RNI Riutilizzo Non Industriale)
• operatori informali di Napoli
A Napoli è già presente una rete non organizzata di operatori informali del mercato dell’usato molto ampia, soprattutto nel settore del recupero dei mobili usati.
Operatori del settore sono autonomamente organizzati per la ripulitura delle soffitte e delle cantine, acquisto usati, riparazione e rivendita dei mobili e degli oggetti usati.
Ma questo settore vive ai limiti della marginalità economica, e legale, con pochissima visibilità e capacità di auto promozione
• operatori informali di Napoli
L’amministrazione comunale si deve porre l’obiettivo di strutturare porre in rete e sostenere questo settore comunque in ascesa per il duplice obiettivo di ridurre il rifiuto e di incrementare un mercato economico
“Ogni oggetto sottratto da un cassonetto é sottratto anche allo smaltimento, e gli operatori informali di Napoli, compresi quelli di Piazza Garibaldi, tolgono alla discarica migliaia di oggetti ogni settimana. La loro attività non é regolare ma é onesta, e reprimere il lavoro onesto dei migranti significa favorire la piccola delinquenza. La situazione ovviamente non può rimanere uguale a se stessa, ma la repressione non é la via d'uscita preferibile".
(Dall’osservatorio l’Occhio del ciclone - Rapporto nazionale sul riutilizzo - 2010 )

Raccolta differenziata porta a porta finalizzata al riciclo

Obiettivo : Riciclo Totale Dei Materiali post Consumo con l’estensione del Porta a Porta a tutto il territorio Comunale.

Stato attuale.
Da quello che possiamo osservare anche dai grafici ufficiali la R.D. a porta a porta a Napoli negli anni 2002-2007 è rimasta sostanzialmente ferma con un leggero incremento per la sola raccolta del vetro.
Dal 2007 a oggi, invece la risposta, a questo punto inderogabile, alla fortissima domanda che viene dai territori e dalla cittadinanza, ha determinato un inequivocabile miglioramento dei dati.
Sappiamo che quartieri pilota come Bagnoli e i Colli Aminei stanno registrando livelli di R.D. di tutto rispetto al punto che Bagnoli è stata annoverata tra gli esempi virtuosi nella mappa di modelli virtuosi "made in Italy", del WWFF, un' "avanguardia sostenibile" fatta di Comuni, Province, imprese o gruppi di cittadini, che attraverso misure tecnologicamente avanzate o semplici accorgimenti per ottimizzare risorse ed energia, stanno riducendo notevolmente il proprio impatto sul pianeta.
Su questi esempi si deve basare la scelta di estendere il Porta a Porta a tutto il territorio comunale unica scelta che ha dimostrato nei fatti di poter realizzare una raccolta di qualità per un Riciclo totale della materia, per superare gli iniqui livelli di scarto sul differenziato che stando ai dati del CONAI Nazionale raggiungono percentuali anche del 65%.
Naturalmente affinché’ il risultato possa essere, un sicuro obiettivo andrebbero prese decisioni di tipo politico gestionale ad altri livelli amministrativi:
liberare il settore dagli incentivi dei C1P6 e dei Certificati Verdi che drogano il mercato d’inceneritori, gassificatori e impianti anaerobici (solo in Italia esistono incentivi per l’incenerimento dei rifiuti, questa pratica vietata in Europa ci ha causato sanzioni pecuniarie).
liberalizzare il settore della gestione dei rifiuti, promuovere la nascita di cooperative di giovani che vogliano realizzare progetti di raccolta differenziata. Attuando anche in Campania la legge Nazionale Legge n. 179/2002, secondo cui: “La privativa comunale non si applica alle attività di recupero dei rifiuti urbani e assimilati, a far data dal 1° gennaio 2003”. *
realizzare il passaggio da TARSU a TIA su tutto il territorio Comunale per i cittadini privati e le attività commerciali.
ri-consegnare ai comuni o ad ambiti territoriali omogenei la gestione della raccolta, la relativa tariffa, e la distribuzione e invio al riciclo.

*( La gestione dei rifiuti urbani è e deve restare servizio pubblico essenziale (cfr. tra l’altro l’art. 1 della Legge 146/1990)( vedi approfondimento)

Molto più del riciclo

Riciclo totale

Nonostante i favorevoli risultati ottenuti recentemente sul territorio comunale con la Raccolta differenziata porta a Porta ci si ostina a non voler programmare una raccolta che vada oltre il 50%.
Dai dati CONAI risulta che oltre il 65% della RD viene scartato e va in discarica o negli inceneritori.
La legge prevede che chi raccoglie possa destinare quota parte della raccolta ad altra valorizzazione ossia ai bruciatori.
La mancanza d’interesse anche economico di chi raccoglie ad un ottimale riciclo penalizza la qualità della raccolta fino a sospetti di volontaria commistione delle differenti frazioni dopo la raccolta.
Occorre legare l’azienda che raccoglie all’interesse economico del riciclo da cui far derivare direttamente il suo utile, si scongiurerebbero così i dati frustranti di scarto del 65% di materia dalla raccolta differenziata.
Il presente Piano ponendosi come obiettivo il Riciclo totale dei Materiali Post consumo, si propone di operare proprio su questi dati:
collegare l’utile dell’ azienda che si occupa della raccolta differenziata direttamente ed in maniera certa al solo riciclo del materiale raccolto, eliminando l’attuale libera facoltà di smaltimento verso i bruciatori,
eliminare qualsiasi possibilità di conflitto d’interesse
penalizzazione sugli scarti da R.D. mandati a discarica o ai bruciatori.

In questa ottica resta determinante il controllo della filiera, e l’obiettivo del km zero, per una duplice utiltà; il minor impatto ambientale e il miglior utilizzo locale delle proprie risorse.

Filiera dei materiali post consumo

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In una prospettiva di estensione del Porta a Porta a tutto il territorio comunale sarà necessario realizzare una Filiera a KM0 di Centri di Stoccaggio e Riciclo dei Materiali Post Consumo, capace di accogliere e riciclare tutto il monte -materiali derivante da raccolta differenziata totale, fatta con l’obiettivo del riciclo totale.
Va programmato e progettato un sicuro incremento del settore prevedendo premialita’ sui risultati , a sostegno, affinché nel più breve tempo possibile possa garantirsi un sicuro rilancio economico ed occupazionale dell’area.
Il sostegno dovrà essere di:
• diffusione ,
• facilitazione ,
• informativo,
• chiarezza delle procedure,
• visibilità

Indifferenziato

Attualmente la frazione indifferenziata, in quanto “considerata” non riciclabile, viene smaltita in modo estremamente dannoso all'ambiente: nelle discariche e nell’inceneritore di Acerra. Il Piano regionale prevede la costruzione di un altro impianto di incenerimento a Napoli est, ed altri tre nel resto della regione, nonostante che l’OMS abbia dichiarato gli inceneritori altamente dannosi per la salute, e che per la legge italiana siano classificati come fabbriche insalubri di prima classe e come tali "debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni", e nonostante che in tutta Europa se ne stiano definendo la dismissione. Il Piano Regionale prevede ancora discariche di tal quale, fuori legge in Europa e nel resto d’Italia.
Lo schema attuale non funziona per le premesse fatte ai punti precedenti:
- il mercato dell'incenerimento ha interesse per una premialita’ (CIP6 e certificati verdi ), non riconosciuta per questi tipi di impianti nel resto d’Europa, per la qual cosa abbiamo ricevuto sostanziali moratorie,
-per un sostanziale conflitto d’interesse poiché chi si occupa di raccolta differenziata spesso è anche soggetto che aspira alla gestione del rifiuto nei bruciatori.
Il presente Piano si pone l’obiettivo della rimmissione nel mercato del così detto scarto da Raccolta Differenziata tramite la produzione del granulato, “sabbia sintetica” da estrusione sul modello del Centro di Riciclo di Vedelago.
Il cosi detto scarto proviene da scarti da selezione degli impianti di selezione (plastiche sporche, elementi di arredo, ecc), da frazione secca residua urbana, da scarti industriali.
Il processo di lavorazione di detti scarti deve avvenire in impianti di estrusione a ridosso di impianti di selezione e vagliatura (TMM),
La prima fase comporta il controllo, l’asporto delle frazioni selezionabili, la triturazione, la formazione della miscela e l’estrusione.
L’estrusione è un procedimento di sanificazione della materia per strofinamento a compressione, che porta la materia a oltre 180° senza alcun rilascio in atmosfera con impatto zero, segue il raffreddamento e la granulazione e vagliatura.
I prodotti che ne derivano sono a secondo del menù: "granulato plastico" o “sabbia sintetica”.
I campi di applicazione di questa materia seconda così ottenuta sono innumerevoli e decisivi alla nascita di un’economia, comprovata dall’esperienza di un settore non più sperimentale ma molto forte e in sicura espansione per le materie prime seconde, di notevoli dimensioni:
Granulato plastico RP-MIX-CEM Conforme Norma UNI EN 10667-14/2003.
Classificato “materia prima seconda” all’art. 181 D.lg. 152/2006.
- settore industria edile - aggregante malte cementizie
(manufatti in cemento, massetti, pali, pavimenti all., ecc.)
- settore industria plastica - produzione di manufatti
(pallet, casseri, tegole, dissuasori, ecc, e arredo urbano).

Manufatti in plastica
Campo di applicazione del granulato Conforme alle Norme UNI EN 10667 - 14/2003 Classificato “ materia prima seconda” dall’art. 181 D.lg. 152/2006. Denominato “sabbia sintetica”, Il materiale è utilizzato al posto della sabbia.

Edilizia - Manufatti in cemento:
-Pavimentazioni autobloccanti (betonelle)
-Cordonate stradali
-Pozzetti
-Prolunghe
-Vasche raccolta acqua di scarico
-Blocchi per muratura strutturali e per tramezze
Edilizia - Massetti allegeriti per solai
Edilizia - Asfalti (allo studio per prossima applicazione)

Industria plastica - Stampaggio per compressione e/o iniezione
-Schienali e sedute per sedie da ufficio
-Pavimenti autobloccanti e per prefabbricati
-Pallets (bancali)
-Cordonate e paraspigoli
-Salvaprato per parcheggi
-Elementi per rotatorie
-Tavoli e panche da giardino
-Canaline per scarichi acqua
-Casseri a perdere per l’edilizia
-Distanziatori per ferri d’armo
-Tegole e scandole per copertura e rivestimento edifici

“Ogni opportunità sprecata di recuperare materiali ancora utili nel ciclo produttivo produce un danno irreversibile all’ambiente, perché al posto di materia prima seconda le industrie, utilizzeranno materia prima non rinnovabile” - Carla Poli del Centro Riciclo di Vedelago.

Salviamo l'umido: Il compostaggio

Rifiuti Organici
L'importanza dell'organico pulito.
Punto di forza della raccolta differenziata è un organico pulito, di qualità, che non solo evita alle casse comunali di conferire in discarica tonnellate di rifiuti indifferenziati che hanno un costo elevato per gli Enti afflitti dai debiti e dai tagli del governo centrale. e che sono una devastazione ambientale per i territori dove sono le discariche. L'organico pulito è quella percentuale che determina il successo o l'insuccesso della differenziata. Senza la differenziazione dell'organico, infatti, la percentuale totale si attesta attorno al 20%.
Attualmente tutta la frazione organica del nostro comune è avviata in impianti autorizzati fuori regione, a costi altissimi e spesso non sostenibili per il comune; è per questo che la raccolta dell’umido non parte.
Eppure l’umido è la nostra ricchezza e potrebbe essere la nostra salvezza; negli impianti di compostaggio può essere realizzato un compost di qualità, un eccellente ammendante per uso agricolo; una ricchezza per la nostra terra avviata alla desertificazione e impoverita dagli ammendanti chimici dall’inquinamento della terra dell’acqua e dell’aria.
Occorrono gli impianti di compostaggio.e necessita la creazione di una filiera del compost che possa sostenere prodotto di qualità generando un mercato.
Sul modello del Piano Bacoli il Piano promuove:
• diffusione del compostaggio domestico, tramite il:
- sostegno a progetti di giardini sui tetti ( che rappresentano anche una buona riqualificazione energetica dell’edificio);
- creazione di G.A.S, gruppi di acquisto solidale,
- risparmio sulla Tariffa per chi autogestisce lo scarto alimenatere
compostaggio aziendale e agricolo,
realizzazione di piccoli impianti diffusi sul territorio al posto di grossi impianti centralizzati che spesso occultano altri tipi di rifiuto come ceneri da bruciatori o fanghi industriali, (come ci ha ampiamente confermato la Magistratura.)

La possibilità di diffusione degli impianti anche in zone vicine ai centri abitati è dato dalla possibilità del moderno utilizzo di particolari enzimi, che lavorano eccezionalmente in regime aerobico e anaerobico insieme, accelerando il processo di compostaggio, eliminando il problema del percolato e neutralizzando del tutto gli odori.


Proposte

Riduzione

Iniziative Pubbliche

L’amministrazione comunale deve porsi l’obiettivo di stimolare e sostenere iniziative di enti locali, enti gestori associazioni ambientaliste e dei consumatori.
Attraverso accordi di tipo volontario e con l’uso di strumenti economici.
Al fine di orientare la domanda di beni e servizi verso un consumo più sostenibile, che prolunghi il ciclo di utilità dei beni e sia attento a creare rifiuti in quantità minore e di migliore qualità (in modo da consentirne il riciclaggio).

Iniziative private

Sono tutte quelle iniziative che i privati possono attuare nelle scelte di gestione familiare e / o aziendale di fornitura servizi
L’apporto dell’amministrazione comune
Dovrà essere di
• Incentivo economico;
• Detassazione ;
• Sostegno pubblicitario e diffusione dell’iniziativa anche su siti appositi tramite campagne di comunicazione e sensibilizzazione che autonomamente e/o in accordo con i soggetti interessati promuovono determinati prodotti (per esempio quelli certificati ambientalmente attraverso un ecolabel) e stili di vita;
• creazione di marchi riconoscibili e in grado di innescare meccanismi premiali;
• Informativo e formativo;
• creazione di procedure semplificate dal punto di vista amministrativo;
• Etc.

Esempi esplicativi d’inziative pubblico/private a livello locale:

• Sviluppo dell'auto compostaggio
Il compostaggio domestico costituisce un utile sistema di auto smaltimento o meglio di recupero della frazione di rifiuto organico prodotto dalla famiglia. La diffusione dell'auto compostaggio è concepita come:
integrativa rispetto al sistema di raccolta della frazione organica domestica, perché praticabile in tutte quelle realtà che dispongono di giardino e orto anche condominiale. Potrebbero essere all’uopo incentivati i tetti verdi a giardino che oltre al risparmio energetico permetterebbero anche il compostaggio condominiale. Andrebbero sollecitati e sostenuti gruppi di acquisto solidale di compostiere domestiche GAS dal comune con conseguente riduzione della Tariffa. Oltre a consentire la riduzione dei rifiuti, il compostaggio domestico svolge un’importante funzione educativa in quanto crea nel cittadino un meccanismo indotto per cui associa a un’attività hobbistica un comportamento responsabile.
• 'Rifiuti in cerca d’autore’
Al via la prima edizione napoletana. L'associazione Napoli in Arte lancia la prima edizione, sul modello salernitano, del concorso internazionale d'arte 'Rifiuti in cerca d'autore', quest'anno incentrato sul tema della salvaguardia dell'acqua. Anche in questa edizione, grazie alla collaborazione con il consorzio Ecolight, sarà consegnato il 'premio RAEE' per le migliori opere realizzate con rifiuti elettronici (dall'esempio dell'edizione omonima salernitana)
• Scuola, nelle mense di Napoli - 'La pietanza non avanza‘
Da settembre 2012 grazie all'iniziativa 'La pietanza non avanza. Gusta il giusto, dona il resto' i cibi rimasti intatti nelle mense di cinque scuole Napoletane non finiranno nei cassonetti, ma verranno recuperati per distribuirli (sull’esempio di un’esperienza della città di Torino)
• Vuoto a rendere - Se il passato torna di moda:
Questo sistema funziona molto bene a Berlino e ad Helsinki al punto che anche in Italia è stato creato un gruppo sul social network Face book dal nome Anche in Italia la cauzione del vuoto a rendere che conta centinaia di iscritti. "Prendiamo esempio dalla Germania, dove ogni bottiglia in vetro o plastica viene venduta con un sovrapprezzo di alcuni centesimi, in seguito restituito da qualsiasi supermercato che ritira i vuoti non rovinati. In tal modo si incrementa notevolmente la quantità di materiale riciclato, si hanno strade ben più pulite e si ha anche un risparmio economico per i consumatori! Inoltre, considerato il valore dei vuoti, se qualcuno getta a terra o non ricicla le bottiglie, c'é sempre qualcun altro pronto a raccogliere il prezioso 'rifiuto'! E' un'idea semplice, ma utilissima per l'ambiente e le nostre tasche. Perché non applicarla anche in Italia???" dichiara il gruppo sulla bacheca del social network.
• Mercatini Eco Solidali
Costituire e sostenere una rete solidale ed eco-socio sostenibile che pratichi e diffonda un modello di consumo, di economia, di relazioni sociali e di rispetto dell'ambiente, basati sul principio dei KM zero, del consumo solidale ed equo nel rispetto delle biodiversità e del ciclo vitale (sull’esempio del DES Napoli Distretti di economia solidale d’iniziativa privata che propongono ciclicamente PES piazze di economia solidale)

Riuso

Creazione del Modello:
• Ampliamento delle funzioni dei Centri di Raccolta per il Riuso o di altre strutture con funzione logistica analoga.
• Creazione di laboratori artigianali di riparazione attigui ai CRR
• Realizzazione di Mercatini attigui.
• Fiscalità ridotta e certificati verdi.
• Sostegno della rete di rivendita

  • Ingrosso
  • Microimpresa
  • Falegnamerie
  • Negozi di informatica
  • Artigiani ed artisti
  • Le strutture della solidarietà
  • Le amministrazioni pubbliche disponibili
  • Le manifatture ( tapezieri etc…)

Gestione del modello:
• la Cooperazione sociale in convenzione con il comune e le aziende di igiene urbana

(tratto dal rapporto dell’osservatorio "L'occhio del ciclone: Rapporto Nazionale sul Riutilizzo - 2010")

Porta a porta finalizzata al riciclo totale della materia

collegare l’utile dell’ azienda che si occupa della raccolta differenziata direttamente ed in maniera certa al solo riciclo del materiale raccolto, eliminando l’attuale libera facoltà di smaltimento verso i bruciatori,
eliminare qualsiasi possibilità di conflitto d’interesse
penalizzazione sugli scarti da R.D. mandati a discarica o ai bruciatori.

Le Municipalità
Il presente Piano si pone l’intento di suddividere le competenze di Raccolta Porta a Porta per Municipalità.
(La Raccolta Differenziata attualmente è realizzata suddividendo il territorio in tre Lotti A, B, e C. tutti gestiti dalla Municipalità ASIA, che provvede allo smistamento verso i vari centri.)
Una gestione del Porta a Porta per Municipalità ci sembra un buon modo per:
• legare la raccolta ad una conoscenza diretta del territorio,
• responsabilizzare realtà amministrative locali altrimenti poco incisive sul territorio,
• porre il cittadino innanzi ad un chiaro e diretto interlocutore.

Scarti

Reimmissione nel mercato del così detto scarto da Raccolta Differenziata tramite la produzione del granulato, “sabbia sintetica” da estrusione sul modello del Centro di Riciclo di Vedelago.

Rifiuti Organici

diffusione del compostaggio domestico, tramite il:
- sostegno a progetti di giardini sui tetti
( che rappresentano anche una buona riqualificazione energetica dell’edificio);
- creazione di G.A.S. gruppi di acquisto solidale,
- risparmio sulla Tariffaper chi autogestisce lo scarto alimenatere
compostaggio aziendale e agricolo,
realizzazione di piccoli impianti diffusi sul territorio al posto di grossi impianti centralizzati che spesso occultano altri tipi di rifiuto come ceneri da bruciatori o fanghi industriali

Digestori anaerobici ed Impianti di Compostaggio

La Filiera del Compost di Qualità

Una cosiderazione sulla differenza sostanziale tra i due sistemi, i digestori anaerobici e gli impianti di compostaggio, che non è chimica, ma politica, si basa sull' osservazione di due dati essenziali ed inconfutabili:

  1. Se l' interesse principale dei digestori è la produzione di biogas (e lo è per l' anomalia di un mercato drogato dai certificati verdi) non si terrà in debita cura il materiale in ingresso, ma si tenderà a digestare di tutto, anche umido poco pulito, fanghi di lavorazione industriale e altro.
  2. Gli impianti di compostaggio hanno al contrario un unico interesse produrre compot di qualità, diventa quindi determinante ed essenziale l' attenzione ed il controllo dei prodotti in entrata, il fatto che si tratti umido pulito e di qualità.

Naturalmente il digestato è un buon fertilizzante solo se il materiale digerito contiene basse quantità di sostanze tossiche quali i metalli pesanti per esempio, e "in caso di presenza di sostanze tossiche, in particolare acque degli scarichi industriali", sono necessari trattamenti tali e talmente costosi che " i costi di abbattimento dei tossici e i rischi ambientali supererebbero il vantaggio nel produrre biogas".
Il rischio naturalmente è duplice:

  • che ci venga sottratto un buon compost per i nostri territori avviati alla desertificazione ( è dimostrato che se si compostasse tutto l' umido prodotto in Campania sarebbe ancora una quantità inferiore alla necessità dei terreni oramai saturi di ammendanti chimici)
  • che, ancora peggio, venga usato un prodotto non di qualità o tossico come fertilizzante sui nostri campi.

(Inoltre c' è un terzo prodotto del digestato che è un succedaneo del compost ma può diventare compost solo se inviato ad appositi impianti di compostaggio, altrimenti è una fos? un rifiuto? comunque qualcosa da smaltire.)
Naturalmente è necessario che il compost di qualità abbia un mercato, un valore economico, questo potrà avvenire solo se si creerà, come altri hanno già detto, una filiera del compostaggio, un mercato di compost di qualità; che si vietino certi prodotti agricoli non salubri per i nostri terreni agricoli; che si certifichino di qualità i prodotti provenienti da terreni dove viene usato solamente compost di qualità; che si creie sostenga con premiali un eventuale marchio un DOC o un DOP del compost.di qualità!

MoVimento 5 Stelle Napoli


Strumenti operativi

• Strumenti di carattere legislativo e normativo
direttive, leggi, delibere, ordinanze che consentono di gestire le politiche di prevenzione dei rifiuti: misure a tutti i livelli:

Strumenti comunitari:

Individuare all’interno degli strumenti le norme per la riduzione, presenti, ma quasi sempre inattuate che l ‘autorità locale può adottare per attuare iniziative di prevenzione.
La Direttiva 2008/98/CE del 19/11/08 in materia di rifiuti
sostituisce la direttiva 2006/12/CE (sui rifiuti), la direttiva 91/689/CEE
(sui rifiuti pericolosi), e la direttiva 75/439/CEE (olii esausti)
Definisce principi fondamentali per ridurre l’impatto dei rifiuti sull’ambiente con la finalità di:
• Privilegiare la riduzione dei rifiuti e il loro uso come risorsa
• Adottare politiche per dissociare la crescita economica
dall’impatto ambientale connesso alla produzione dei rifiuti
Stabilisce delle misure di prevenzione :
1. Per la fase di produzione dei rifiuti:
• Ricerche per l’individuazione di tecnologie pulite per produrre meno rifiuti e diffusione dei risultati.
• Individuazione degli indicatori di pressione ambientale associati alla produzione dei rifiuti per intervenire sulla riduzione
2. Per la fase di progettazione del prodotto Inserimento degli aspetti ambientali nella progettazione dei prodotti per facilitare il riciclaggio:
• Accordi volontari con i produttori per modificare prodotti e imballaggi che creano troppi rifiuti
3. Per la fase di consumo e utilizzo (che è quella, dove possiamo inserirci con azioni a livello comunale):
• Incentivi per l’acquisto di beni meno inquinanti
• Campagne di sensibilizzazione di divulgazione a sostegno dei prodotti e dei punti vendita a minor impatto
• Negli appalti pubblici inserimento dei criteri ambientali
• Creazioni di centri di riparazione
• Creazione di un Osservatorio della produzione dei rifiuti con studio delle possibili azioni di contenimento

Strumenti normativi nazionali:

Individuare all’interno degli strumenti le norme per la riduzione, presenti, ma quasi sempre inattuate che l ‘autorità locale può adottare per attuare iniziative di prevenzione.
• Circolare ministeriale relativa al DM 203/03 relativa a i materiali riciclati in gomma
• DLgs del 22.07.05 relativo al RAEE
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Circolare Legno e Arredo del 3. 12.2004
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Circolare Carta del 3.12.2004
• Legge 179/02 “Disposizioni in materia ambientale” Art. 23 Norme che consentono di destinare resti di cibo a strutture di ricovero di animali di affezione
• Decreto legislativo n. 205 del 10 dicembre 2010 è stata recepita nell’ordinamento italiano la direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti

Strumenti normativi regionali:

ossia individuare all’interno degli strumenti le norme, presenti, ma, quasi sempre inattuate per la riduzione che l ‘autorità locale può adottare per attuare iniziative di prevenzione.
• Regione Campania : Piano Regionale rifiuti urbani della Campania
• Ai sensi dell’art. 9 della legge 5 luglio 2007, n. 87
• Regione Campania : Misure straordinarie per frontaggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e ulteriori disposizioni di Protezione Civile
• Decreto-legge 23 maggio 2008 , n. 90 su Gazzetta ufficiale del 23 maggio 2008 n. 120
• Regione Campania: Legge Regionale in materia di gestione, trasformazione e riutilizzo dei rifiuti
• Approvata dalla Giunta Regionale il 12.3.2004 e pubblicata su Bollettino Ufficiale n.17 del 13.4.2004

Strumenti normativi comunali:

Utilizzare tutti gli strumenti normativi locali a disposizione, ma sopratutto attivare e attuare tutte le disposizioni che la legislazione mette a disposizione dell’ente locale per proporre disposizioni finalizzate all’attuazione degli obiettivi , guardando agli esempi virtuosi di altre realtà comunali nazionali ed estere.


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